10 domande a... UGOKA
Vero nome?
Filippo Papetti.
Come hai conosciuto il mondo dell'hip hop e in che anno più o meno?
L'ho conosciuto nel '97, ascoltando una tragica compilation del “Festivalbar”, anche se poi ho
incominciato a capirci qualcosa solo leggendo Aelle e ascoltando “Dalla Sede”, degli OTR.
L'incontro decisivo comunque è stato quello con un mio caro amico brindisino, Beppe aka Ruga,
che mi ha insegnato un tot di robe. Chissà dov'è ora.
Due bei ricordi dei primi tempi?
Le serate passate in giro a fare tag ovunque, e le notti in casa di Nove a rappare e mangiare un
sacco di schifezze.
Un artista italiano che ti senti di consigliare.
È una crew. Una delle più originali e malate in Italia: Portafoglio Lainz, da Bolo.
Un artista romagnolo che ti senti di consigliare.
Te ne dico tre, in ordine alfabetico. Dj Bless, Moder, Shimeon Cars.
La tua top degli artisti stranieri.
Kanye West, Beastie Boys, Snoop Dogg, Madlib, Outkast.
Progetti in cantiere?
Continuare a scrivere le mie minchiate sull'hip hop e sulla musica in generale. Poi con mio frate
Egg aka Dente Nero (ex-Calcutta Bubbles) stiamo provando a fare una nuova roba audio-video.
Chissà se vedrà mai la luce. Intanto proprio oggi un remix del mio vecchio gruppo, Planet Soap, è
passato sulla radio della BBC di Londra. Ho fatto bene a mollarlo. Bravo coglione!
Un altro genere musicale che ti gasa..
Ascolto quasi tutti i generi. Ma amo particolarmente la techno di Detroit, il jazz astrale di fine
anni '60, e la musica pop italiana, tipo di Venditti e Baglioni, da cantare in macchina.
Una cosa che non sopporti della "scena" attuale.
Quelli che non si fanno il loro viaggio, ma copiano stili altrui.
Cosa manca alla scena hip hop romagnola?
Mancano delle jam fighe tipo “Vibrazioni Positive”, in cui si sta sdraiati per terra a cazzeggiare
guardando i graffiti, giocando a pallone o fumando, non io, dei lotti.
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